Vittorino Andreoli, psichiatra e studioso dell’uomo contemporaneo
Il professor Vittorino Andreoli si è confrontato con la complessa visione del confine tra abitazione e mondo, riflettendo su come la casa trascenda il suo ruolo fisico per diventare un simbolo delle nostre esperienze e relazioni.
Secondo Andreoli “esistono due tipi di porte, quella esterna e quella interna. E sono diversissime tra loro, perché hanno significati psicologici diversissimi. Occorre progettarle in due maniere ben distinte perché agiscano in maniera corretta sulla psiche”.
La casa come rifugio: sicurezza e vulnerabilità del mondo contemporaneo
“La sicurezza, che è il grande tema del dibattito pubblico contemporaneo, si identifica proprio con l’abitazione privata. Si entra in casa, si chiude fuori il mondo e finalmente ci si sente in salvo. Dal punto di vista simbolico, si lascia fuori dalla porta il nemico, chiunque sia. Una volta dentro, il cambiamento psicologico che avviene in noi è grande. Quando si esce si va nell’insicurezza e si lascia sguarnita la propria casa. Il portoncino deve essere saldo, ne va del rapporto tra casa-rifugio e mondo.”
L’analisi del professor Andreoli ci invita a riflettere sul significato profondo di questo confine, dove il mondo esterno e la nostra intimità si incontrano.
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